Cronaca

Inascoltato l’appello lanciato dalla Flc Cgil ai consiglieri di amministrazione di UniSalento. Con 5 voti (compreso quello del rettore) su 9 passa l’aumento delle indennità per gli organi elettivi dell’Ateneo salentino, un’operazione che peserà sui prossimi bilanci consuntivi per oltre 400mila euro a fronte del taglio del finanziamento ministeriale per oltre 3,5 milioni di euro per il solo 2024.

La scelta adottata oggi dai componenti del Cda lascia cadere nel vuoto l’appello che questa organizzazione sindacale aveva lanciato nei giorni scorsi. Un atto carico di senso di responsabilità nei confronti dell’Istituzione, soprattutto tenendo conto di questo particolare momento storico, segnato da una “scure” che sta per abbattersi sugli atenei italiani col taglio al Fondo di finanziamento ordinario (Ffo). La Flc resta sconcertata dalla scelta che vede l’organo autodeterminarsi l’aumento delle indennità di carica, sia chiaro previsto dalla normativa, ma con effetto retroattivo al 1° gennaio 2024. Il che contraddice quanti sostenevano che si stava lavorando per l’affermazione di un principio a vantaggio degli organismi che verranno. Tutto ciò nonostante il difficile momento vissuto dal mondo accademico italiano e meridionale. E, per essere chiari, senza alcun coinvolgimento preventivo delle organizzazioni sindacali, almeno non della Flc Cgil, che eventualmente avrebbe ribadito la propria contrarietà a questa operazione.

A dicembre dell’anno scorso, quando l’aumento delle indennità riguardava solo una parte degli organismi elettivi, si registrò un voto sfavorevole del Senato Accademico. Dieci mesi dopo, con l’estensione dell’aumento a tutti gli organi (Senato e Dipartimenti compresi), il parere del Senato è divenuto favorevole (con la sola astensione degli studenti) e si è deliberato in Cda con una maggioranza di 5 componenti su 9, incluso il voto favorevole del rettore (al momento della votazione gli studenti hanno ritenuto di non partecipare al voto).

La Flc aveva confidato nel senso di responsabilità dei vertici dell’Ateneo. Alla luce del taglio al Ffo, questo sindacato è sempre più convinto che questa spesa non sia sostenibile negli anni futuri. Non resta che sperare che, per ottemperare a questa delibera, non siano ulteriormente tagliati i servizi agli studenti, al personale, ai servizi di portierato, manutenzione e tutto ciò che rientra nei costi gestionali dell’Ateneo. Si è scritta una pagina molto triste per la storia di questa Istituzione, poiché è mancata una reale consapevolezza del drammatico momento che vivono le famiglie degli studenti del territorio. Esemplare in tal senso è stato il recente allarme lanciato dal Consiglio Nazionale Universitario, con specifiche proposte per arginare i tagli del Ffo e per la sopravvivenza del sistema universitario. Mentre i rettori di altre Università hanno espresso forte preoccupazione per la tenuta del sistema di istruzione statale e pubblico, alle nostre latitudini si opta per scelte che avranno un impatto negativo. Impatto che sarà fronteggiato a breve da altri amministratori, che dovranno fare i conti contemporaneamente con l’aumento del costo degli organi rappresentativi, il taglio dei finanziamenti, l’esigenza di garantire servizi di qualità, il tutto aggravato dall’inflazione crescente. Lo scenario più probabile, e purtroppo preoccupante, vede UniSalento in sofferenza economica, proprio quando vanno affrontati problemi vecchi (la fuga di studenti, ricercatori e docenti) e nuovi (la concorrenza degli atenei telematici).