Rubriche/di Piero D’Errico

E’ stata una bella serata, però…. partiamo dall’inizio.

E’ stata la solita insistenza di mio figlio a farmi vincere la mia naturale pigrizia e a trascinarmi così, all’inaugurazione del centro polifunzionale giovanile a San Pancrazio, intitolato ad una persona che non c’è più, un socialista dei miei tempi : Gennaro Pancrazio, un professore universitario prestato alla politica e che ha fatto bene alla politica come pochi.

Lì, avrei incontrato tra gli altri invitati, il mio referente politico, nonché leader di CON, Assessore ALESSANDRO DELLI NOCI ed il segretario generale del mio Sindacato, Pierpaolo BOMBARDIERI.

Avevo però messo delle inviolabili e irrinunciabili condizioni : saremmo stati un’oretta e poi andati via.

Arrivammo puntuali che ancora la gente era nel piazzale davanti   e di gente ce n’era davvero tantissima.

Ascoltai una volta entrati, il saluto portato dal mio referente politico DELLI NOCI, che tra tanta gente non mi fu possibile neanche salutare, e già il discorso cominciava a piacermi.

Mi era sfuggito un piccolo particolare, che ora vi dico.

Gennaro Pancrazio era stato negli anni ’90 uno dei più validi e votati “socialisti” impegnato soprattutto tra Lecce e Brindisi.

Persona di grande carisma, molto conosciuto per via dei vari incarichi che aveva nel PSI e anche istituzionali.

Insomma mi trovavo in casa socialista.

Notai con immediatezza i garofani rossi, simbolo del PSI, mazzi  di garofani rossi addobbavano il palco  e poco più in là l’onorevole Claudio Martelli con un garofano rosso posto all’occhiello della giacca, proprio come ai vecchi tempi.

Ci provarono, ma quelle immagini non poterono non tirarmi indietro negli anni, anni belli, gli anni della mia gioventù socialista.

Claudio Martelli, un grande, lo trovavo sempre nei congressi di partito e non potevo che ammirarlo, era più grande di me ma era anche lui giovane ed era già Ministro.

Mi passarono davanti mille ricordi, alcuni molti belli, alcuni meno.

Le correnti, qualche sconfitta e poi la fine che non avvenne nelle urne.

Mi fermai ad ascoltare tutti gli interventi, sembrava di stare in un altro mondo, quando la politica selezionava il meglio, la classe dirigente migliore che c’era, quando le sezioni erano luogo di incontro, di amicizia, di dibattito, dove le lotte politiche duravano  si e no lo spazio di una riunione.

Chiuse la serata l’intervento del mio segretario generale Bombardieri, che erano quasi le nove di sera.

Dovevo stare solo qualche ora, sono stato l’ultimo ad andare via.

L’inaugurazione era finita ed era finita anche l’ illusione di ritrovarmi dentro tempi ormai passati.

Quando per via giudiziaria decimarono il nostro partito, quando CRAXI fu lasciato morire in esilio ad Hammamet e quei pochi rimasti furono costretti trovare rifugio in partiti che come per incanto, si erano salvati, mi convinsi da subito che quella fine era ingiusta e ingenerosa, ed a pensarlo, ero uno dei pochi.

Dopo trent’anni ne sono ancora convinto ed a pensarlo ora,  sono uno dei tanti.

fine 1p.