Cronaca/di pietro zurico
Sono rimasto sorpreso, per un insieme di motivi, dalla reazione spropositata dei quattro consiglieri di minoranza al “sogno” del collega De Matteis .
L’attività giornalistica del collega non si esaurisce, come d’altra parte egli stesso ha spiegato e come lo è per la maggior parte di noi, in un’unico uffizio. Essere componente dell'”Ufficio Stampa” del Sindaco, dove certamente è d’obbligo attenersi e rispettare un determinato protocollo, non preclude, al di fuori di detto ruolo, il diritto ad esprimere opinioni personali che non coinvolgono alcuna corresponsabilità di chicchessia.
Il “sogno” sarà pure irrisorio o satireggiante che dir si voglia, ma avendo per oggetto atti e fatti concernenti la sfera pubblica del soggetto “sognare” è legittimo…così come spesso “sognano” i politici con i giornalisti.
Oltretutto trattasi di “interventi”, quelli del consigliere De Paolis, oggettivamente “sui generis” …e mi fermo qui.
Ho ritenuto, in ogni caso, politicamente fuori luogo, l’intervento dei consiglieri firmatari indignati, anche per altri motivi. Primo perché non ritengo che l’argomento avesse una valenza politica e come tale non avrebbe dovuto essere portato su quel binario. Secondo perché non si possono avere due atteggiamenti diversi di fronte a situazioni analoghe.
In coda all’intervento del consigliere De Paolis, infatti, vi è l’intervento del Presidente del Consiglio il quale anch’egli ha avuto il suo “sogno”: “Ringraziamo anche il consigliere De Paolis – ha testualmente detto – per il suo intervento sempre preciso e diretto“.
Se il dire del Presidente fosse stato valutato ed interpretato (anche visivamente) con lo stesso criterio con cui è stato valutato il collega De Matteis allora avrebbe dovuto suscitare lo stesso sdegno, con l’aggravante che trattasi del Presidente del Consiglio. In questo caso però, inspiegabilmente, non vi è stato l’assalto alla diligenza.
Se poi si dovesse pensare, cosa assai difficile come documentato dal frasario riportato nella lettera inviata al Sedile dal collega De Matteis, che il ringraziamento non fosse un “sogno”, dovremmo allora registrare un’altro clamoroso flop del Presidente del Consiglio per non aver richiamato all’ordine o minacciato di togliere la parola (come gli succede spesso quando dimentica il suo ruolo istituzionale) in quanto l’intervento del consigliere De Paolis era completamente fuori argomento di discussione. Si stava discutendo del riconoscimento di un debito fuori bilancio reso esecutivo da una sentenza del Tar. Anche in questo avrebbe dovuto essere, per gli indignati, un atteggiamento da stigmatizzare.
Mi ritrovo invece in completo disaccordo con il contenuto della lettera del collega De Matteis sulle motivazioni per le quali all’interrogazione sul circolo Athena avrebbe dovuto rispondere l’assessore Nico Mauro.
Si legge sul sito del Comune online alla voce Giunta Comunale che le deleghe conferite all’assessore Mauro sono le seguenti: “Commercio, attività produttive e formazione professionale – Polizia municipale, protezione civile e viabilità – Centro storico e periferie – Turismo e marketing territoriale – Forme associative e cooperazione tra enti“
Aver, subdolamente o in buona fede, attribuito la delega dell’associazionismo all’assessore Mauro facendola goffamente figurare come investitura alla responsabilità dei rapporti tra Comune ed Associazioni iscritte all’albo comunale e/o regionale e pertanto autorizzato a rispondere all’interrogazione sul Circolo Athena, è erronea e fuorviante.
Per maggior chiarezza sul significato di “Forme associative e cooperazione tra enti” invito alla lettura del Decreto Legislativo 18 agosto 2000, n. 267 “Testo unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali” Titolo II – Capo V- Forme associative.
Sia da quanto scritto sul sito del Comune, che dal Testo Unico sull’ordinamento degli Enti locali, si desume chiaramente che la delega conferita all’assessore Mauro non riguarda i rapporti con le associazioni iscritte nell’albo comunale, ma riguarda i rapporti in forme associative tra Enti per la gestione comune di servizi il cui esercizio viene delegato a Consorzi o Unione di Comuni.
Pertanto resta legittimo continuare a chiedersi, assessore Dettù dove sei?