Cronaca/ di Coldiretti Puglia
Coldiretti Puglia ha chiesto al Presidente della Regione Emiliano, da Magistrato, di farsi carico di interloquire con la Procura di Bari per il dissequestro dell’ulivo infetto di Monopoli e con la Procura di Lecce, affinché venga definitivamente chiusa l’indagine che interessa tuttora, a distanza di oltre 3 anni dall’avvio, funzionari della Regione Puglia e del Ministero, ricercatori del Cnr e dello Iamb e componenti del Servizio Fitosanitario, oltre all’ex commissario straordinario per l’emergenza fitosanitaria.
Sarebbe questo, secondo Coldiretti, un segnale chiaro della Regione Puglia e ridarebbe fiducia a tutti i funzionari che oggi, anche in presenza di deroghe all’espianto, non firmano i provvedimenti per paura di ripercussioni giudiziarie.
“Le priorità per l’area infetta da Xylella – secondo quanto riportato dal Presidente di Coldiretti Muraglia – sono principalmente 3, la semplificazione degli espianti, il sostegno al reddito per 5 anni delle imprese agricole, di frantoi e vivai, il sostengo ai lavoratori attraverso la garanzia dei contributi agricoli da affrontare convocando un tavolo operativo ristretto, perché quello odierno a cui sono state invitate oltre 100 persone non poteva certamente dare risultati concreti”
“Senza deroghe ai vincoli nazionali paesaggisti, idrogeologici e di qualunque altra natura agli espianti per l’area infetta delle zone ormai distrutte dal batterio – prosegue Muraglia – il nostro territorio è ingessato e destinato a morire di burocrazia, prima ancora che di Xylella. I vincoli regionali che dovevano essere già stati superati dall’emendamento alla Finanziaria regionale, approvato il 21 dicembre scorso, che semplifica le procedure di espianto, è rimasto inapplicato e le stesse aziende già finanziabili con il bando 5.2 del PSR aspettano da 3 mesi autorizzazioni all’espianto con cui far ripartire le proprie attività produttive”.
Il Ministro Centinaio in pochi mesi si è occupato del problema con determinazione, ma “il Decreto Legge sulle emergenze va riempito di contenuti a beneficio dell’area infetta del Salento e di risorse, perché così come articolato interviene esclusivamente sull’eradicazione obbligatoria per le aree cuscinetto e di contenimento, scongiurando la procedura d’infrazione. Nulla è previsto per il Salento, dove non c’è obbligo di espianto, gli olivicoltori devono fare le analisi a spese proprie per poter dimostrare che gli ulivi secchi sono affetti da Xylella e attendono anni per avere le autorizzazioni all’espianto a causa di vincoli paesaggistici e idrogeologici nazionali che il Decreto Legge avrebbe potuto superare, divenendo lo strumento operativo del Piano Centinaio, approvato il 13 febbraio scorso in Conferenza Stato – Regioni.
“Negligenze, errori, ritardi, scarica barile, mancanza di una strategia condivisa, stanno facendo morire il Salento più della Xylella – afferma Coldiretti Puglia – per questo abbiamo chiesto le dimissioni dell’Assessore regionale all’Agricoltura. La Regione Puglia ha l’obbligo di decidere da quale parte stare, parcheggiare gli atteggiamenti ambigui, definire le azioni ad un ‘vero’ tavolo istituzionale ove regni la correttezza intellettuale di chi ha realmente a cuore il futuro produttivo, economico e paesaggistico del Salento. La Regione Puglia ha l’obbligo di definire una strategia condivisa e chiara con il Governo che consenta di superare le difficoltà che fino ad oggi hanno impedito la corretta applicazione delle misure obbligatorie”